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Recensione
La canzone di Achille di Madeline Miller
#ChiaraReadingChallenge2019





Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.



GENERE
Romance Storico
Fantasy Storico
Retelling
Mitologia greca

EDITORE
Marsilio / La Feltrinelli
DATA DI PUBBLICAZIONE
10 Gennaio 2019










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LA CANZONE DI ACHILLE
MADELINE MILLER







Come si inizia la recensione di un libro del genere? Cosa bisogna dire per far comprendere, a chi non lo ha ancora letto, la GRANDIOSITÀ di questo romanzo? Forse "grandioso" non è un termine appropriato, in quanto questa storia è un retelling dell'Iliade di Omero; dunque è la sua opera ad essere immensa. Ma la rivisitazione che Madeline Miller ha scritto è SENSAZIONALE.
Tutti abbiamo visto il colossal hollywoodiano Troy, tutti abbiamo amato e pianto con la coppia di Achille e Briseide.
Ma tutti sappiamo che non è per lei, che Achille si dispera e perde totalmente il lume della ragione, dando sfogo a un'indicibile crudeltà nel suo scontro con Ettore.
Lo fa per Patroclo.
  Da quel giorno in poi, divenni più abile nel modo in cui lo osservavo, tenevo la testa bassa e gli occhi sempre pronti a guardare altrove. Ma lui era ancora più abile di me. Durante ogni pasto, capitava almeno una volta che si voltasse cogliendomi di sorpresa prima che potessi fingere indifferenza. Quei secondi, quei mezzi secondi, in cui i nostri sguardi si toccavano erano gli unici momenti della giornata in cui sentissi qualcosa. L'improvvisa morsa allo stomaco, la rabbia che prendeva a scorrere. Ero come un pesce che fissava l'amo.
Riuscite a sentire il battito del mio cuore che accelera? Forse dico una baggianata, perché non è che la mia memoria sia un granché, ma penso proprio di non aver MAI LETTO UNA STORIA D'AMORE PIÙ BELLA DI QUELLA TRA ACHILLE E PATROCLO. Tutto, in queste pagine, è di una DELICATEZZA ma di un'INTENSITÀ IMMANE. Per poco non ho avuto un infarto, come Patroclo, quando Achille lo nomina Therapon di fronte a Peleo. «Un compagno d'armi legato a un principe da un giuramento di sangue e amore».
Ma deviamo un istante da loro due e focalizziamoci un secondino sulla figaggine, come è giusto che sia, di Achille...
  La sua compostezza imperturbabile nascondeva un altro volto, divertente e sfaccettato come una gemma che catturava la luce. Gli piaceva fare giochi che mettevano alla prova la sua abilità, afferrare cose al volo con gli occhi chiusi, tentare capriole impossibili sui letti e sulle sedie. Quando sorrideva, la pelle attorno ai suoi occhi si increspava come carta tenuta vicino a una fiamma
  Achille stesso era come una fiamma. Splendeva, attirava lo sguardo di tutti.
Ah, quante volte ho trattenuto il fiato insieme a Patroclo! Vederli crescere insieme e innamorarsi pian piano, inevitabilmente, è stata UN'EMOZIONE INDESCRIVIBILE. Ma il loro amore non ha avuto vita facile, nossignore. Perché, prima della guerra di Troia, Achille e Patroclo hanno dovuto superare diversi ostacoli.
  «Verrai con me?» chiese.
  Il tormento infinito dell'amore e del dolore. Forse, in un'altra vita, avrei potuto rifiutare, avrei urlato strappandomi i capelli, lo avrei lasciato solo ad affrontare la sua scelta. Ma non in questa. In questa sarei salpato per Troia e lo avrei seguito, persino nella morte. «» sussurrai. «Sì.»
L'ostacolo più grande, qui, porta il nome della dea Teti, madre di Achille e ninfa del mare. Madeline Miller l'ha resa una vera e propria antagonista. Teti è di una bellezza spiazzante e, come Patroclo, tremavo a ogni sua entrata in scena. È spettacolare e cattivissima nei confronti del ragazzo di cui suo figlio si è innamorato: non lo ritiene degno di lui, poiché è un misero mortale. Probabilmente, gli altri lettori non hanno gradito affatto che Achille corresse sempre da lei, a ogni nuovo evento, mentre io l'ho trovato un comportamento molto umano: un figlio che cerca costantemente il parere della madre, che la ascolta e fa tesoro dei suoi consigli, pur sapendo quanto siano sbagliati e colmi di egoismo. Achille la ama moltissimo, nonostante lei non approvi Patroclo. E anche Teti lo ama, più di quanto possa ammettere, più di quanto le sia concesso.

Ma veniamo alla guerra di Troia...


In quel momento Elena valeva tutte
le ricchezze raccolte al centro della sala,
e ancora di più.
Valeva le nostre vite.


E quante vite sono state mietute, per costei e il suo amore per Paride, principe di Troia, con cui è fuggita dal marito Menelao, fratello di Agamennone. Bellissimo e molto cinematografico l'arrivo e la conquista della spiaggia, con Achille che finalmente dà sfoggio di tutta la sua divina bravura nel combattimento e fa capire agli uomini di essere una macchina di morte incontrastabile. HO ADORATO LA SUA INFINITA ARROGANZA nei confronti di Agamennone, che le tenta tutte, pur di farlo inginocchiare. Ma Achille è Achille, ragazzi, and he doesn't bend the knee! Nemmeno per amore di Patroclo.
Patroclo, che cerca di fare tutto ciò che è in suo potere per salvarlo dalla profezia delle Moire.
  «Non devi uccidere Ettore» dissi.
  Lui alzò gli occhi, il suo bellissimo viso incorniciato dall'oro dei suoi capelli. «Mia madre ti ha raccontato il resto della profezia.»
  «Sì.»
  «E pensi che solo io sia in grado di uccidere Ettore.»
  «Sì» dissi.
  «E pensi di poter rubare un po' di tempo alle Moire.»
  «Sì.»
  «Ah.» Un sorriso sornione si aprì sul suo viso; aveva sempre amato le sfide. «Be', per quale motivo dovrei ucciderlo? Non mi ha fatto niente.»
Ma sappiamo bene che, per uno scherzo del destino – e diciamocelo, perché gli dei si annoiavano –, il possente Ettore gli porterà via un pezzo della sua anima...


Non si fanno patti tra leoni e uomini.

Be', credo proprio che sia giunto il momento di fermarmi. Vi ho annoiato già troppo! Potessi, continuerei a parlarvi di questo romanzo, commenterei con voi ogni singola scena. Vorrei parlare con voi degli insegnamenti di Chirone, del coraggio di Briseide, dell'astuzia di Odisseo (che mi ha fatto morire dal ridere!), di quello che accade con Deidamia (ecco, lei non mi ha fatto pena neanche un pochino, sorry not sorry), di altri personaggi di cui non conoscevo l'esistenza, come Pirro (mea culpa)... Ma non mi sembra il caso di trasformare questa recensione in un tema ahahahahahah

Lasciate, dunque, che riassuma con due parole ciò che questo romanzo è per me: un INCANTO, la PERFEZIONE. Potessi, lo leggerei per il resto dei miei giorni. La canzone di Achille entra di diritto nella mia Top Ten, al terzo posto. Perché questo libro non si supera, nonostante conosciamo tutti l'epilogo di Achille e Patroclo. Senza vergognarmi, confesso di aver pianto a dirotto, nelle pagine finali, dove l'amore e il perdono si fondono, creando una morsa che ti stritola il cuore fino a fargli lacrimare sangue.

Dear Madeline,
THANK YOU WITH ALL MY HEART ♥

















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1 commento:

  1. Non sono tanto per gli M/M ma per la mitologia greca sì, cento volte sì. Dopo aver letto Circe della stessa autrice non mi lascerò sfuggire anche questo suo romanzo *___*

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