Lui venne insieme a me, ma oltre al liquido che mi fluiva nel corpo, avvertii anche la sua mente.
Stava saccheggiando i miei pensieri e ricordi con la fretta di un ladro che teme di essere scoperto.
Fui assalita da una collera che non avevo mai provato e, senza nemmeno pensarci, abbassai gli scudi e lo colpii con tutta l'energia psichica che possedevo. Lui emise un suono strozzato, poi la forza dell'impatto lo strappò via da me lanciandolo attraverso la porta nel soggiorno: atterrò sulla schiena con un tonfo.
Rialzai rapidamente le difese. Soffrivo, ma il dolore non era nulla a paragone dell'intensità della mia rabbia. Afferrando le mutandine, corsi nella stanza accanto.
«Bastardo!». Gli lanciai contro gli slip, anche se non sapevo perché. Non erano un coltello, un paletto o qualcosa di altrettanto utile.
Il che era un bene, perché in quel momento avrei usato qualunque arma a disposizione.
Quinn si passò una mano sugli occhi, poi si sollevò lentamente sui gomiti. «Come diavolo hai fatto?»
«Che cazzo di importanza ha, visto quello che hai fatto tu?» «Se per una volta mi avessi detto la verità, non sarei stato costretto a ricorrere a certe misure!».
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